Mawaru Penguindrum

Kenji Miyazawa era un furry.

MOMOKA MI AMAVA ANCHE SE ERO BRUTTA!!!! (cit.)

Qui c'è tutta la sostanza di MP, con buona pace di chi lo sovranalizza.

I primi episodi dove i ragazzi stalkerano Ringo erano i miei preferiti....
Poi la cosa si è un po' persa

revengerofdeath ha scritto:I primi episodi dove i ragazzi stalkerano Ringo erano i miei preferiti....
Poi la cosa si è un po' persa

Alla seconda visione ho avuto l'impressione opposta. E' stato un crescendo molto piacevole (mentre la prima volta, per tutta la seconda parte sono rimasto sempre più perplesso).

Non si perde, sono alla seconda visione e alla luce dell'intervista a Ikuhara contenuta nel booklet del BD, del Ginga Tetsudou no Yoru e dell'Aum Shinrikyo quadra tutto alla perfezione. E' un anime rivolto ai giapponesi, non agli italiani.

AkiraSakura ha scritto:Non si perde, sono alla seconda visione e alla luce dell'intervista a Ikuhara contenuta nel booklet del BD, del Ginga Tetsudou no Yoru e dell'Aum Shinrikyo quadra tutto alla perfezione. E' un anime rivolto ai giapponesi, non agli italiani.

Quoto, e infatti quando lo vidi rimasi piuttosto perplesso della piega presa nella seconda parte.

Poi feci qualche ricerca sul significato dell'opera, e appresi che si riferiva all'episodio dell'attentato e al background della setta (che conoscevo solo formalmente, senza mai averlo approfondito).
E così mi fu tutto decisamente più chiaro.

Mi spiegherò nei dettagli con la recensione, in cui riporterò anche un'intervista a Ikuhara e delle frasi dei personaggi cariche di significato.

Il punto centrale della serie a detta del regista è l'accettarsi e l'amarsi per quello che si è nel contesto della società nipponica, in cui la discriminazione e la prevaricazione sociale sono la norma. In fondo proprio questa società ha generato mostri come Tsutomu Miyazaki e Shoko Asahara.

Pertanto sì, la mela è semplicemente l'amore incondizionato, proprio come avevo dedotto dalla prima visione. Lo stesso Ikuni rivolgendosi ai diversi e agli emarginati compie con la sua serie un atto d'amore nei loro confronti. Sembra banale, ma per i giapponesi non lo è. I diversi vengono schiacciati fin dall'infanzia (da qui il mattatoio dei bambini, il padre scultore ecc.)

Vero, il mattatoio dei bambini lo si percepisce piuttosto bene come allegoria della spinta alla conformità e dell'esclusione forzata ma discreta di ciò che è anomalo.

Inoltre il tentativo del tipo, nell'atto terroristico, rappresenta il lo sfogo violento della spinta di voler cambiare tutto ciò, cosa che con i mezzi normali sarebbe assai difficile nella statica e conservatrice società giapponese.

Mi permetto di allontanarmi dall'analisi del substrato socio-culturale che dà linfa a quanto la serie vuole esprimere.

Secondo me tra i pregi della serie c'è il consistente numero di sigle, tutte bellissime secondo me.

Quando sono stato a Tokyo l'anno scorso ho cercato il CD con le sigle e le insert songs cantate dalle Triple H, purtroppo senza successo.

https://bakabt.me/torrent/163959/mawaru-penguindrum-music-collection-flac

Fa sigla in Flac funziona?

Quella in mp3 cone al solito ha 0 seed!

Tutto regolare direi.

Le musiche sono bellissime, sì. Le seconde OP ed ED tuttavia perdono un po' rispetto alle prime.

E poi i fondali sono meravigliosi. Senza CG invadente, con dei bei dettagli disegnati a mano.

I personaggi sono molto espressivi, a parte qualche imperfezione nell'animazione, sembrano vivi.

E il doppiatore italiano di Senetoshi/Shoko Asahara? Troppo un figo.

Rivederlo è veramente un piacere, non soltanto dal pdv contenutistico.

Fagiana ha scritto:Tutto regolare direi.

A me non seeda nulla :?:

Meganoide ha scritto:A me non seeda nulla :?:

Prova adesso.

Nulla da fare

Non vorrei che il Bakabt avesse messo il mio indirizzo IP in blacklist (cosa strana, in quanto non sono mai stato iscritto e ho sempre seeddato per un po').

Boh.. domani provo a impostare un torrent via VPN o proxy per vedere se la causa è l'indirizzo IP.

Quell' "impressionante vero" ha corrotto una generazione di etero. Lodolo è straordinario.

Comunque il rewatch di Penguindrum è stato tra i più divertenti. Dalle mappe di Tokyo al buon Ginga Tesudou sul comodino.
Mi sorge però la domanda riguardo quest'ultimo, Ikuhara ha preso dal film o dal libro? A giudicare dai personaggi felini, differenze tra i due ci sono.
Ma oltre ai colori dei capelli c'è dell'altro, anche solo estetico ,unico del film, ripreso poi in Penguidrum?
Ovvero, vale la pena appiopparsi due ore di film alla ricerca di chissà cosa?

Il libro è estremamente popolare in Giappone, per cui probabilmente Ikuhara ha lavorato su quella base.
Non ho fatto caso se si rifaccia in maniera particolare al film, che in ogni caso rimane meritevole di visione.

Il film viene citato per il colore dei capelli dei due protagonisti, gli alter ego di Giovanni e Campanella. XD

Cmq il suddetto è molto fedele al libro, e ne condivide lo stesso mood permeato dal senso di perdita.

Secondo me Ikuni ha semplicemente rielaborato un racconto che sta ai giapponesi come il Piccolo Principe sta ai francesi in modo da adattarlo al suo messaggio. Detto questo, imho Pengu Drum non è una trasposizione fedele del Ginga Tetsudou, in quanto è postmoderno.

AkiraSakura ha scritto:
Secondo me Ikuni ha semplicemente rielaborato un racconto che sta ai giapponesi come il Piccolo Principe sta ai francesi in modo da adattarlo al suo messaggio. Detto questo, imho Pengu Drum non è una trasposizione fedele del Ginga Tetsudou, in quanto è postmoderno.

Non saprei perché concettualmente Miyazawa è molto vicino agli attuali autori postmoderni. In fondo, già la società jappa dei primi 900 può esser definita tale vista la riscoperta ed esaltazione del passato, in contrasto allo sfrenato progresso. Miyazawa si colloca in questo frangente, dicendoci che è nella consapevolezza ed accettazione dell'io la via per rapportarci con il mondo, guarda a caso perfettamente in linea con le future idee novantine. E' tutto ciclico pure qui ahah.

Mmmmmm no. La postmodernità arriva nel '70 con l'expo. Le tematiche di Miyazawa sono abbastanza universali e correlate alla vita agreste e al buddhismo.

Diciamo piuttosto che il Wabi-sabi è rimasto fino alla postmodernità, questo sì, in fondo i jap non hanno mai rinunciato alla loro tradizione.

Il discorso sul Giappone però è interessante: dopotutto è un paese che ha affrontato un ammodernamento forzato e rapidissimo, e questo ha portato a diversi scossoni nella società dell'epoca.
È emblematico come, nell'epoca moderna, i giapponesi siano rimasti aggrappati ai frammenti di tradizionalismo compatibili con la via di ammodernamento della società, o di come abbiano adattato la tradizione al nuovo.

Dopo la guerra si sono yankeizzati non poco, ma prima furono l'unico paese non europeo/nordamericano a portare avanti un processo di ammodernamento senza precedenti (tanto che sconfissero un paese europeo in guerra, ovvero la Russia durante la guerra russo-giapponese).

E' appunto dalla guerra con la Russia che abbiamo la perdita di certezze nel progresso.
La tradizione, prima giudicata arretrata si dimostra invece valida( pensiamo alle katane, abolite nell' esercito che vengono reintrodotte perché sorpresi della superiorità russa nel corpo a corpo).
Abbiamo la mitizzazione di personaggi come Musashi, e di valori come il bushido che vengono però distorti per adattarli alla nuova società. Insomma è mancato fin da subito un giusto equilibrio tra tradizione e moderno.
Il periodo di cui parli è un caso abbastanza analogo vista la caduta delle certezze nel moderno ed il nuovo modo di approcciarsene.

Diciamo che i giapponesi si sono ancorati alla loro tradizione perché la postmodernità gli è stata imposta dagli yankee.

Basta soltanto pensare alle armature dei robottoni: gli anime vengono fuori nel contesto della postmodernità, ma il robottone indossa un'armatura da samurai (tipo Baldios).